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L’Inter premiata alle Nazioni unite per il progetto Inter Campus

30 Novembre 2012

Inter campus è il progetto della squadre nerazzurra per dare la possibilità di giocare a pallone a bimbi di tutto il mondo: l’iniziativa è stata premiata all’Onu a New York.
NEW YORK – Massimo Moratti racconta come l’Inter riuscì a far indossare maglie nerazzurre, a far allenare insieme e a far giocare nella stessa squadra bambini israeliani e palestinesi. L’ex portiere Francesco Toldo rievoca il suo sbarco nella Cambogia dei ragazzini in fuga dalla miseria e da famiglie spesso devastate dall’alcool e dal gioco d’azzardo, che si presentano agli allenamenti con un’ora di anticipo, felici di ritrovarsi a tirare calci a un pallone anche insieme ai monaci buddisti.

AL PALAZZO DI VETRO- Alla celebrazione dei 15 anni degli Inter Campus nella sede di New York dell’Onu, davanti alla sala dell’Assemblea generale, non c’è bisogno di vedere i filmati che raccontano la gioia dei bimbi in nerazzurro nei 25 Paesi che ospitano iniziative del club, per capire quanto il calcio sia capace di scavalcare le barriere, di restituire il sorriso ai giovani più sfortunati, di aiutarli ad avere autostima e senso della leadership: basta guardare e ascoltare le persone venute a celebrare l’anniversario e a inaugurare la nuova partnership tra l’Inter e l’Onu. C’è Wilfried Lemke, «vice» del segretario generale Ban Ki-moon, entusiasta di un’iniziativa che, dice, per una notte trasforma le sale di questo severo organismo mondiale «in una specie di discoteca dall’inconfondibile gusto italiano». Poi tocca a Geeta Rao Gupta, la «numero due» dell’Unicef, lodare l’iniziativa dell’Inter «che regala un po’ di gioia e di speranza ai ragazzi che vivono, derubati del loro futuro, nei ghetti o in campi profughi». La dirigente indiana è qui perché l’iniziativa filantropica dell’Inter mette le ali ai programmi di assistenza ai giovani dell’Unicef, ma anche per passione calcistica. E’ lei stessa a ricordare la sua infanzia a Delhi dove, a sette anni, era l’unica femmina nella squadra di calcio della scuola.

LA FESTA -Poi arriva a sorpresa anche Vuk Jeremic, l’ex ministro degli Esteri serbo nominato di recente presidente di turno dell’Assemblea generale dell’Onu. Anche lui col suo bagaglio di ricordi: «Da bambino ce l’avevo con l’Inter che era venuta a battere a Belgrado la mia squadra, la Stella Rossa. Ma poi quando, qualche anno dopo, fu il Milan ad eliminarci all’ultimo minuto da una coppa europea, diventati per reazione tifoso interista». Il nome del presidente dell’Onu viene stampato a tempo di record su una maglia nerazzurra del club mentre, completata la celebrazione dell’anniversario e annunciata la nuova partnership Inter-Onu, il presidente Moratti esprime il desiderio di affacciarsi nell’aula dell’assemblea generale che tra qualche ora ospiterà lo storico voto sul riconoscimento dell’Autorità Palestinese. Ma ecco che, anche qui, la popolarità del calcio apre ogni porta, travolge tutto: anche le guardie della «security» che, ammaliate dal «pallone d’oro» Luis Figo e dagli altri campioni «testimonial» degli Inter campus, lasciano che l’allegra comitiva interista prenda possesso dell’intera sala delle riunioni plenarie. Così il tavolo della presidenza e il podio dal quale hanno parlato tutti i potenti della Terra, da Kruscev a Obama, diventa in un attimo il palcoscenico di divertenti siparietti e foto di gruppo.

AMALA!

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